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Carven AW 2012, poetic show


Mi diverte un sacco leggere le recensioni delle sfilate...le giornaliste di moda, specialmente quelle americane, sono molto comprese nel loro ruolo...sono molto attente agli aggettivi che usano per descrivere le donne che incarnano lo stile del tal designer...quini alla fine sei quasi tentata di scrivere anche tu, roba tipo:collezione cerebral chic (in ufficio quando facevamo qualcosa di poco commerciale e poco comprensibile ai più, lo chiamavamo cerebral choc, e ci dicevamo che se continuavamo così ci terminavano...come un'applicazione che non risponde!!!); loro poi continuano descrivendo il carattere della musa ispiratrice...perchè se scegli la gonna anni 50 sei per forza una ragazza di un certo tipo, che sceglie pezzi appropriati all'occasione (quindi sei una perbenino), ma non sei monotona, ma non per forza sei una che segue le regole fino in fondo! Perchè poi stupisci tutti con la gonna che si accorcia all'improvviso e la indossi con un maglioncino con due animaloni cattivi (tigri/grifoni) intarsiati sulle spalle!!! (e tutto questo si capisce da una gonna e maglioncino???)
eccolo qui il maglioncino con gli animaloni...

Quindi in fin dei conti sei una ragazza che riserva delle sorprese...
Diciamo che io avrei commentato questa sfilata di Carven, come una serie di immagini molto curate, sicuramente ispirate a donne fascinose del passato, rivisitate in modo fresco e personale da Guillame Henry.
Adoro le proporzioni di giacche, gonne e cappottini, mi piace la gamma di colori usata, che un pò si distacca dai toni più forti usati nelle altre collezioni della stagione.Per dirla come le giornaliste americane, una sfilata sussurrata, ma non urlata e comunque incisiva....ecco si ho ceduto alla tentazione!!!

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